explosions in the sky live

 explosions in the sky live

Chi l’ha detto che un concerto di musica solo strumentale non può essere emozionante?

di Mariangela Macocco

Non immaginavano nemmeno loro, forse, una così grande attesa e così tanto calore da parte del pubblico parigino accorso al Trianon. Invece la serata del 9 giugno si è trasformata in un piccolo evento, sia per i fan che per gli Explosions in the Sky. In tour per presentare il recente The Wilderness, il gruppo di Austin ha offerto un concerto intenso e appassionante e non in senso meramente convenzionale. Il pubblico, presentatosi alla spicciolata, ha potuto, in apertura, assistere all’opening act affidato ai Papier Tigre, gruppo francese all’intersezione fra punk e pop. Con una musica gradevole, sebbene non di grande impatto, il gruppo si lascia ascoltare ma non convince del tutto. Man mano si riempie la sala e grande diventa l’attesa per il gruppo americano, che fa il suo ingresso in scena alle 9 in punto. E’ proprio Wilderness, title track e brano fra I più belli dell’ultimo lavoro, ad aprire il concerto. Le fa seguito (da All Of A Sudden), I Miss Everyone e una intensissima Catastrophe And The Cure.

  
explosions in the sky live 2
 

Sembrerebbe impossibile durante un concerto con brani soli strumentali creare una simile connessione emotiva con il pubblico e, invece, gli Explosions In The Sky riescono a trasmettere buone vibrazioni e a coinvolgere il pubblico grazie a una perfezione mai artefatta. Suoni in crescendo, batterie martellanti, chitarre e basso che si rincorrono a tessere musiche coinvolgenti ed emozionanti. Sono meravigliosi i brani dell’ultimo lavoro, basti citare Logic Of A Dream e Disintegration Anxiety, ma non sono da meno quelli provenienti dall’album che li ha portati alla celebrità (Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever), come Greet Death e With Tired Eyes, Tired Minds, Tired Souls, We Slept. Tuttavia, i momenti davvero magici di un concerto memorabile sono riservati a Your Hand in Mine, in una versione estrememente emozionante, e alla conclusiva The Only Moment We Were Alone. A gran voce il pubblico richiama il gruppo sul palco: impossibile andarsene così, dopo una serie tanto intensa di emozioni. Mark Smith, il chitarrista che a inizio e durante il concerto ha dato prova di parlare un discreto francese, torna sul palco per ringraziare e per scusarsi di non avere pronto un altro brano da offrire per la serata. E’ visibilmente commosso ed emozionato ma assicura che ci sarà presto una nuova occasione. Speriamo prestissimo, dunque.

 

 httpv://www.youtube.com/watch?v=IndX5NgqNMc

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