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La band di Zachary Cole Smith fra le più interessanti del panorama indie contemporaneo.

di Mariangela Macocco

Una caldissima serata di metà giugno ha accolto i DIIV alla Flèche d’Or per un concerto aggiunto al tour qualche mese fa, per recuperare la data annullata di aprile. La Flèche d’Or è un piccolo locale di Belleville e la sua scelta è più che azzeccata per la band capitanata da Zachary Cole Smith, musicista versatile e, allo stesso tempo, personaggio bizzarro ed imprevedibile. L’opening act è affidato ai Good Morning TV gruppo parigino molto interessante che ha tenuto benissimo la scena e ha offerto un set pop strampalato e a tratti psichedelico culminato con l’esecuzione di Ordinary People, brano dal quale, recentemente, è stato tratto anche un video.

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Alle 9 in punto fanno il loro ingresso in scena i DIIV. Simpatici e particolarmente loquaci dialogono senza problemi con i fan presenti: il concerto si apre subito con energia, sulle note di Druun, pezzo strumentale dal bell’album Oshin, pubblicato nel 2012. Il pubblico, costituito da fan scatenati della band risponde con entusiasmo, ballando continuamente, senza soluzione di continuità e assecondando allo stesso tempo la richiesta di Zachary che apprezza e incoraggia a lasciarsi andare. La setlist è ricchissima. Come dice lo stesso Zachary, felice di essere a Parigi, si tratterà di un concerto particolrmente lungo e variato, con brani vecchi e nuovi, suonati e cantati da una band in gran forma. Ecco quindi Is The Is Are, title track dell’ultimo album, Under The Sun, Dopamine, sempre dall’ultimo lavoro, che con dodici brani sui diciannove suonati fa la parte del leone. Non mancano Bent (Roi’s Song), Dust e Waste Of Breath: siamo immersi totalmente nell’universo sonoro psichedelico, oscuro e luminoso, spesso ipnotico della band, dal vivo anche più convincente che su disco.

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C’è ugualmente spazio per brani del precedente Oshin, come la title track, ma anche How Long Have You Known, Doused e Wait, perfetta conclusione di un concerto caldissimo. I DIIV si confermano quindi, fra le band attualmente in circolazione, una delle più interessanti, non solo limitatamente allo specifico settore musicale in cui possiamo collocarli (un misto di new wave, psichedelia, shoegaze), ma anche guardando in una prospettiva più ampia e di più largo respiro.

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