Trascinante concerto del cantautore irlandese che dal vivo dà sempre il meglio di sé
di Fausto Meirana e Antonio Vivaldi
Per alcuni musicisti la dimensione live è un toccasana; Glen Hansard è di sicuro fra questi. Il quarantaseienne irlandese, già nel cast dei Commitments di Alan Parker, ha trovato il successo con Once, il film (e poi musical acustico) in cui è protagonista insieme a Markéta Irglová, e successivamente con il duo The Swell Season, ancora con la musicista ceca. Dopo la rottura, anche sentimentale, con la Irglová, Hansard ha proseguito da solo e, a suon di concerti, tanti, e dischi, pochi (tra questi un sentito tributo a Jason Molina), si è guadagnato un meritato spazio nel parterre dei cantautori di razza. A Sestri Levante, sul palco del sempre ambizioso Mojotic Festival, la serata si è aperta con Hansard tra il pubblico, a cercare il contatto fisico, trascinando davanti al palco anche il contrabbassista (trasporto dello strumento incluso) per proseguire in un continuo dialogo con un preparatissimo pubblico di fans, ma anche con i gabbiani volteggianti e stridenti sull’anfiteatro. Il merito della strepitosa riuscita del concerto va attribuito anche all’estesa band di dieci elementi, completa di archi e fiati, ma pronta a trasformarsi senza fatica in trio, duo, big band, a ritirarsi dietro le quinte o ampliarsi con roadies e ospiti vari.
L’effetto complessivo non è tanto quello di un semplice concerto quanto di una ‘revue’ abile a catturare sensazioni e sapori del momento e del luogo con grande disponibilità e senza alcuna supponenza. Come al solito, Hansard regala sorrisi, energia, una voce duttile in chiave soul-folk (specialità tipicamente irlandese), oltre a cover, citazioni e sorprese; questa volta ci sono Morrison (Astral Weeks), Springsteen (Drive all Night ), un torrido omaggio al suono della Band (e agli arrangiamenti di Allen Toussaint) con Don’t Do It, inserti di Nick Drake e Jeff Buckley che emergono in altre canzoni e un paio di reel intonati dal violino (peccato solo per l’assenza di Where is My Mind dei Pixies, suonata qualche sera prima a Ferrara).
Interessanti anche i Lost Brothers, duo irlandese che ha aperto la serata nel verso giusto, con armonie vocali e chitarre cristalline per un tuffo nel folk americano degli anni ‘60 o giù di lì…
httpv://www.youtube.com/watch?v=kbJwTcyop8Q
Drive All Night