di Mariangela Macocco
Di ritorno in Europa con una tournée legata alla promozione dell’ultimo album El Pintor, gli Interpol hanno fatto tappa in questo fine gennaio a Parigi. Le due date all’Olympia il 27 e il 28 gennaio hanno fatto accorrere un pubblico attento e caloroso, pronto ad applaudire con convinzione i pezzi vecchi e nuovi della band newyorkese. Il pubblico aveva avuto modo di scaldarsi già all’inizio della serata, quando sul palco hanno fatto la loro apparizione gli Health, band californiana che ha accompagnato gli Interpol in queste date europee. Un rock elettronico con forti tinte psichedeliche ha invaso d’un colpo la sala, mettendo in luce le notevoli potenzialità di un gruppo che merita di essere tenuto d’occhio per quanto ci offrirà in futuro.
httpv://www.youtube.com/watch?v=K11LgxeRQFE
Dopo un breve intervallo, ecco in scena gli Interpol, annunciati da una vivida luce rossa e dalle due belle mani che campeggiano sulla copertina di El Pintor proiettate sul fondo della scena. Il ghiaccio viene subito spezzato sulle note di Say Hallo To The Angels, uno dei brani piu’ travolgenti della band, tratto dal loro album d’esordio Turn On The Bright Lights, con il quale hanno sconvolto la scena musicale nel 2002, con atmosfere new wave, un sound nevrotico postpunk e testi cupi, di grande impatto emotivo. La setlist è serrata e non concede pause di riflessione. Prima dell’acclamata Evil fanno capolino i due pezzi iniziali del nuovo album (My Blue Supreme e Anywhere) che indubbiamente è grandemente valorizzato dall’esecuzione dal vivo e che, sebbene non eguagli i livelli del citato Turn On The Bright Lights o Antics mostra una band ricompattata e molto vitale anche dopo l’abbandono del gruppo da parte del bassista Carlos Dengler.
httpv://www.youtube.com/watch?v=VpMDuTpgnUs
Paul Banks ringrazia in francese fra un pezzo e l’altro: brani vecchi e nuovi si susseguono in modo molto piacevole. Fra i più apprezzati segnalo My Desire e Everything Is Wrong, e poi indubbiamente quello che per me è il pezzo più convincente della serata, una Breaker 1 quasi trionfale, estremamente significativa, sia a livello musicale, che testuale (“Come back, come back I’m the warning/Come back, come back breaker one”), che visivo, grazie ai giochi di luci e alle raffinate immagini che accompagnano l’esecuzione del pezzo e che sono proiettate sul fondo della scena.
httpv://www.youtube.com/watch?v=qS9vMG_kM8o
Il primo encore regala altri tre pezzi di grande impatto: All The Rage Back Home uno dei brani più interessanti da El Pintor, e due brani storici, NYC e Obstacle 1.
httpv://www.youtube.com/watch?v=16IyYzjfozA
Dopo un’ ultima breve interruzione, il concerto si chiude con uno dei loro brani più amati, Untitled: perfetta sintesi di sintetizzatori, chitarra e basso che si mescolano alla inconfondibile voce di Paul Banks, suggello di una bella serata in compagnia di uno dei gruppi new- new wave che sembra, dopo una parentesi un po’ opaca, avere ritrovato accordi e ispirazione.
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