Foals live1

Foals live1

I Foals in studio e live @ L’Olympia

Il mio approccio ai Foals è contrastato. Con molte riserve mi sono avvicinata quest’estate al loro ultimo lavoro What Went Down (alcuni brani riuscitissimi, altri meno in linea con le altissime aspettative che ne avevano accompagnato la pubblicazione) e con altrettante riserve sono reduce dal concerto all’Olympia del 2 febbraio, prima delle due date parigine. I Foals, capitanati da Yannis Philippakis, sono bravissimi in concerto. Hanno in serbo un numero non indifferente di pezzi che, in versione live, sono autentiche perle. Anche in questa occasione brani vecchi e nuovi, capaci di infiammare il pubblico, non sono mancati, sebbene l’esito non sia stato sempre quello che ci aspettava. Ma veniamo, con ordine al racconto della serata.

McKenna

L’Olympia sold out per i Foals

Sala pienissima, sold out per entrambe le serate in programma. Prima dei Foals sul palco è stato il turno del diciasettenne Declan McKenna. Un indie pop facile facile, ma l’esibizione per quanto breve è simpatica e non deludente. Certamente sentiremo ancora parlare di questo giovanissimo inglese. Una breve pausa ed è il turno dei Foals. Coreografia essenziale, luci rosse. I Foals fanno il loro ingresso in scena molto semplicemente, senza effetti speciali. Snake Oil, probailmente il pezzo più bello estratto da What Went Down, apre la serata. Rock di grande impatto, splendidamente suonato e sostenuto dalla bella e potente voce di Philippakis.

Foals live

A Snake Oil segue la title track What Went Down, senza troppi preamboli. I Foals riducono al minimo le interazioni con la platea: non comunicano molto e quando lo fanno danno l’impressione di essere un po’ distanti e, forse, poco coinvolti, come se fossero impegnati in una routine. Specialmente Philippakis fa rimpiangere i concerti degli anni addietro, probabilmente all’insegna di una maggiore spontaneità. Beninteso si tratta cumunque di uno spettacolo di altissimo livello: la musica è bellissima e l’esecuzione del gruppo di Oxford resta magistrale.

Foals live2

Le canzoni degli esordi sono anche le migliori

My Number ci fa ripiombare indietro nel tempo e certamente, assieme a Spanish Sahara, Red Socks Pugie e Inhaler è uno dei brani più apprezzati, sicuramente da parte dei tantissimi fan di vecchia data presenti in sala, ma anche dai neofiti. Providence, brano estratto dall’altrettanto eccellente album Holy Fire, è l’occasione per il frontaman della band di calarsi fra le prime file, per la grande gioia dei fan alla barriera. La prima parte del concerto si chiude sulle note di A Knife In The Ocean, uno dei momenti più trascinanti dell’ultimo lavoro e della citata Inhaler.

Una brevissima pausa e per gli encores i Foals ci regalano altri due brani di grande impatto: What Went Down e infine la bella, Two Steps, Twice, che conclude alla perfezione la serata con il gruppo di Oxford. Ci si aspettava forse più calore e spontaneità, ma nel complesso non penso nessuno dei presenti sia rimasto deluso.

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Milanese trapiantata a Parigi, fra filosofia e diritto, le mie giornate sono scandite dalla musica. Amo la Francia, il mare e il jazz. I miei gruppo preferiti ? I Beatles, i Radiohead, gli Interpol e gli Strokes.

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