Rachel Zaffira e Faris Badwan giocano con eclettiche atmosfere ‘60s
di Mariangela Macocco
Cat’s Eyes è il nome del duo costituito dalla polistrumentista canadese Rachel Zaffira e da Faris Badwan, cantante della band The Horrors. L’inizio della loro collaborazione risale al 2011, anno in cui danno alle stampe il primo, omonimo, lavoro. Quello che, di primo acchito, poteva sembrare un esperimento estemporaneo, ambizioso e destinato a essere un unicum, si è rivelato invece un progetto di più ampio respiro, interessante e per certi aspetti estremamente sperimentale, culminato con la pubblicazione di un secondo album ques’anno, a inizio giugno. Musica pop, ambientazioni sixties, rimandi ad atmosfere glamour e sognanti; questo è il mondo in cui ci si muove e che emerge traccia dopo traccia.
httpv://www.youtube.com/watch?v=ZzFdvdMG1Ao
Chameleon Queen
L’apertura dell’album, che conta undici titoli e si dispega per 35 minuti, è affidata alla title track, dalle sonorità raffinate e rarefatte. Al pari delle due che seguono, Drag e Chamaleon Queen, è il perfetto biglietto da visita per immergerci nel mondo di Zaffira e Badwan. Si fa davvero fatica a credere di essere di fronte a un album del 2016 e non invece a un lavoro inciso nel cuore degli anni ‘60. Esempio perfetto al riguardo è Be Careful Where You Park Your Car, che sembra scritta per una giovanissima Nancy Sinatra. Nello stesso solco possiamo collocare la citata Drag (dal terrificante e grottesco video), canzone anch’essa affidata alla voce di Rachel, mentre nei pezzi lasciati a Faris Badwan fortissime risultano le allusioni ai Beatles più trasognati e psichedelici. Un esempio fra tutti The Missing Hour, che resta uno dei momenti più belli dell’album, magnificamente costruito e magistralmente orchestrato. Da citare fra i migliori c’è poi Standoff, che è anche l’episodio più moderno e che maggiormente si discosta dalle sonorità retro che complessivamente dominano l’intero lavoro.
httpv://www.youtube.com/watch?v=c4gMFvZ-TAI
Drag
Vale la pena ricordare in chiusura anche Teardrop: la voce eterea e trasognata di Rachel emerge dalle struggenti note del pianoforte a creare una magia per nulla artefatta. Ci si muove fra musiche yé-yé, ritornelli da spiaggia, pop psichedelico e raffinate sonorità sognanti, il tutto miscelato con grande maestria. L’esito è spiazzante. Le novità sono davvero poche e pare più un gioco raffinato del duo che un progetto musicale tendente a offrire delle reali novità al pubblico. Allo stesso tempo, però, si ascolta molto volentieri e con grande interesse, ragione per la quale si merita un voto positivo.
7/10