di Fausto Meirana
Il disco con l’orchestra sinfonica affiora, periodicamente, anche nelle più rispettabili discografie, sia che accompagni il rock (Deep Purple), il progressive (Caravan), il pop raffinato (Procol Harum), oppure cerchi di rilanciare una carriera cristallizzata, come fu per Joni Mitchell, con Both Sides Now (2000) e, più recentemente, per Peter Gabriel, con New Blood (2011). La soverchiante presenza dell’orchestra, però, non sempre aiuta l’ascolto, specialmente quando il repertorio, come nei dischi citati, consiste in rifacimenti e riletture di brani conosciuti. Nel caso di Neil Young, che fu pioniere di questo abbinamento con la celebre ed enfatica versione di A Man Needs A Maid (Harvest, 1972), parliamo invece di un disco di inediti, che esce, nell’edizione singola, con la sola versione orchestrale (orchestra, big band, band, e anche un coro…) mentre l’immancabile, e come vedremo, imprescindibile deluxe edition comprende un secondo cd con gli stessi brani in versione ‘solo’. Succede quindi che quasi mezzo disco ‘con’ funzioni discretamente, per lo meno quando corni, oboi e timpani se stanno quieti, lasciando agli archi o alla big band da crooner il sostegno alla voce di Young, toccando atmosfere affini, per esempio, a quelle di Comes A Time. Il disco ‘senza’, invece, pur facendosi preferire per la sua semplicità fatta di chitarra, piano e armonica, avrebbe, qua e là, bisogno del sostegno di una piccola band tradizionale o, almeno, di basso e batteria. Le canzoni di Storytone sono comunque molto belle, e i temi quelli consueti: nostalgia, amore, macchine ed ecologia; infine, per chi si preoccupa ancora di queste cose, l’incisione è eccellente e la meravigliosa voce del canadese, questa volta, non viene bistrattata dai pessimi arnesi vintage di Jack White.
7,2/10 orchestra
8/10 solo
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Neil Young – Who’s Gonna Stand Up (live)
