An Evening With Manuel Agnelli | Tomtomrock

Manuel Agnelli al Teatro Civico di La Spezia, 28 aprile 2019.

An Evening With Manuel Agnelli | Tomtomrock

Seguo e apprezzo la carriera artistica di Manuel Agnelli da quando ancora cantava in inglese (venne a Genova a fare da spalla ai Thin White Rope nel ‘92), e l’ho visto dal vivo almeno una dozzina di volte, con le varie formazioni Afterhours. Mi sento di dire che questo al Teatro Civico di La Spezia è stato per me il suo concerto, anzi il suo spettacolo più bello. Dico “spettacolo” perché “an evening with Manuel Agnelli” non è un concerto, e neanche uno spettacolo teatrale. Mi verrebbe da definirlo un “recital” in cui Agnelli, accompagnato dal sempre bravissimo Rodrigo D’Erasmo, ripercorre la sua storia musicale e personale.

Manuel Agnelli canta e (si) racconta

Le canzoni sono intervallate da aneddoti, riflessioni e ricordi, letture di pagine sempre attuali di Manganelli e Flaiano, introduzioni, spiegazioni e storia di ogni singola canzone o cover. Sono tutte parole che fanno (ri)scoprire al pubblico un maturo, autorevole manuelagnelli, profondo e leggero allo stesso tempo, amaro e dolce, sarcastico e anche autoironico. Dice “Non sopporto i cantanti italiani che sanno solo parlare di sé, autoreferenziali” mentre sfoggia una maglietta col suo volto. Col pubblico, in stragrande parte gente che lo segue da almeno 20 anni, si instaura da subito un rapporto confidenziale, sincero, colto e divertito.

Gli amori musicali di Manuel Agnelli passati in rassegna

Prima del concerto un giradischi ci fa ascoltare una facciata di Five Leaves Left di Nick Drake. Quale miglior musica per aspettare uno spettacolo che inizia con una impeccabile versione di Place to Be… Seguono Padania, Male di miele, Come Vorrei, Pelle, Ti Cambia Il Sapore. Agnelli alterna chitarra e pianoforte, magnificamente accompagnato e “arricchito” dal violino e le tastiere di Rodrigo, e le canzoni degli Afterhours non perdono un grammo di intensità e poesia, in questa versione seminuda. Anzi: le parole e le melodie sono ancora più efficaci, senza sezione ritmica e chitarre ruggenti. E poi ancora Bianca, una toccante The Bed di Lou Reed (da Berlin), una Shadowplay dei Joy Division da brivido (“ho pensato a come l’avrebbe fatta Nick Drake”), State Trooper dall’amatissimo Nebraska di Springsteen (dove viene evocato il fantasma dei Suicide di Frankie Teardrops), lo smarrimento di Dove Si Va Da Qui…

 

”Nel corso della mia partecipazione a X Factor come giudice ho dovuto sentire tanta musica di merda, ma ho anche scoperto alcune gemme”. E parte al pianoforte una Videogames di Lana Del Rey che mi ha fatto venire i lucciconi agli occhi (sarà l’età). Concludono il set la spigolosa E’ Solo Febbre e la dolcissima Adesso E’ Facile scritta a suo tempo per la Mina nazionale.

Un eccellente finale di spettacolo

Nei bis la velenosa/avvelenata Ballata Per Piccole Iene, una furibonda You Know You’re Right dei Nirvana (alla cui epoca sembrava che il mondo stesse per migliorare, e invece ora stiamo tornando indietro di 100 anni, dice un amarissimo Agnelli), la sempre struggente Quello Che Non C’è, il buon gusto pop di Non E’  Per Sempre, Perfect Day di Lou Reed (altro attentato alle mie ghiandole lacrimali) e Shipbuilding di Elvis Costello, di cui Agnelli fu grande fan da giovanissimo. Conclude Ci Sono Molti Modi, che ci rammenta che in un modo o nell’altro “torneremo a scorrere”. Come abbiamo fatto da 30 anni a questa parte, insieme alla musica di Manuel Agnelli.

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Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1977 coi 45 giri di Clash e Sex Pistols. Primo concerto: Ramones, 1980. Nel 1983 inizia a fare musica e da allora ha suonato tutto lo scibile 'alternativo': anarcopunk, rock'n'roll, emo-pop, rock psichedelico. Ogni tanto pubblica album da solista one man band. Non si ritiene un critico musicale ma ha ascoltato e suonato talmente tanta musica che pensa di poter dire la sua, su Tomtomrock e su https://zaio.blogspot.com/.

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