Steve Wynn & Chris Cacavas – Genova, 7 novembre 2018.
Negli anni ho visto Steve Wynn dal vivo in tutti i suoi “format”. L’ho visto con i Dream Syndicate, da solo acustico con Cacavas, da solo elettrico con Rodrigo D’Erasmo (che Steve chiama “the maestro Rodrigo”), con i Gutterball… So dunque che quello che perde in impatto sonoro senza basso e batteria lo guadagna in comunicatività e calore interpretativo e umano.
Nei concerti “piccoli” Wynn spesso finisce in mezzo al pubblico dopo lo spettacolo (a volte anche prima), sempre disponibile a parlare coi fans, fare foto e autografi (a me ha detto “Mi sembra sia stata una bella serata, vero?”). Anche per questo atteggiamento così gentile e umile Steve può contare su un nutrito drappello di “amici” italiani che lo vengono sempre a vedere nei suoi frequenti tour in Italia. Al Bloser di Genova si sono infatti rivisti molti dei presenti il 27 giugno scorso a Sestri Levante per i Dream Syndicate.
Apre il concerto Chris Cacavas
Ad aprire la serata un Chris Cacavas in grande forma anche con la chitarra acustica nell’eseguire i suoi bei brani da solista (stupenda Disappear). Alla tastiera Cacavas fin dai tempi dei Green On Red evoca spesso il ricordo di Ray Manzarek dei Doors, nei brani più concitati, e di Jackson Browne, in quelli più distesi. Anche lui molto gentile, divertito e comunicativo col pubblico.
Steve Wynn ripercorre la sua carriera
Steve Wynn inizia il set da solo imbracciando la stupenda Fender Jazzmaster e calando subito un tris d’assi. Una dopo l’altra scorrono The Days Of Wine And Roses (primo ellepì del Sindacato del Sogno), The Medicine Show (dal disco più famoso dei DS) e Shelley’s Blues (da quel meraviglioso Melting In The Dark registrato con Chris Brokaw e Thalia Zedek, ospiti anche loro del Bloser negli anni passati). Subito si crea una ben percepibile “good vibe” (ipse dixit), lungo la quale il nostro sindacalista preferito ha ripercorso una lunga e variegata carriera. Con la stessa passione vengono reinterpretati brani molto diversi come la pop Carolyn (in origine doveva essere il suo singolo per un successo mainstream mai arrivato, vai a sapere perché) e la dilatata (pure troppo) e psichedelica How Did I Find Myself Hhere (dal recente album di ritorno dei Dream Syndicate). Toccante Burn (“Sono trent’anni che la suono e ogni volta mi emoziona in modo particolare”) e cantata da tutti la conclusiva Boston. L’ultimo bis è stato There Will Come A Day, cantato scendendo dal palco in mezzo al pubblico con Cacavas a “dirigere” i cori della gente.
Un’esibizione di grande intensità
Raramente ho visto un pubblico genovese (per tradizione con il freno delle emozioni tirato) così contento e così in contatto col musicista sul palco. Penso che questo concerto rimarrà impresso piacevolmente nella memoria dei fans di Wynn. Per non dire di quel cantante di una “perduta” band degli anni 80 genovesi che si è sentito dire “Nice singing, Pavaroti!”…