Bob Dylan vol 12

Bob Dylan vol 12

Aprire il vol. 12 della Bootleg Series è un po’ come sedersi nella sala regia e guardare Bob e amici che provano, registrano, creano, discutono, sbagliano e riprendono da capo. È il caso di mettersi comodi, cercare un posto in un angolo dove non arrivino rumori e stare attenti a non perdere nulla di questi 6 magnifici cd. La storia di queste registrazioni è nota: riguardano un periodo di 14 mesi, a partire da gennaio 1965, in cui Dylan tira fuori dal cilindro tre capolavori assoluti e li mette per strada, per fare capire bene, ammesso che ce ne fosse bisogno, ai Pete Segeer di turno che non c’è proprio nulla da fare: indietro non si torna, che non è possibile riprendere la chitarra acustica per farsi ancora mettere addosso l’etichetta di cantante folk, di cantante di protesta e chissà che altra roba ancora. Credo che Outlaw Blues, sul cd 1, segni questa svolta: nasce come un blues acustico e poi assume la pelle di quel “thin wild mercury sound” che Dylan dirà di voler catturare e fare proprio.

 

Stando nell’angolo che abbiamo scelto, vedremo Crawl Out Of Your Window nascere, crescere e rifarsi il trucco lungo un paio di questi cd, e che differenza fra la versione del ’65 e quella con quasi tutti i membri di The Band. Forse Dylan non ha mai creduto molto in questa canzone… Altro mistero…… C’è un momento in cui uno si deve mettere comodo, scegliere l’ora giusta e staccare il telefono: 20 takes di Like A Rolling Stone meritano un giorno intero, meritano che il cd si ripeta un paio di volte (magari non proprio di seguito…): l’atmosfera si sta creando passo dopo passo, dalla prima versione ‘esplicativa’, a tempo di valzer, sino al momento in cui è pronta per essere mandata in giro, colpo di rullante e “Vai! A cambiare la storia!!”

Ognuno potrà scegliersi la traccia preferita, non dico in assoluto ma qui, fra queste 6 ore di musica… molto sottovoce dico che Leopard Skin e  tutto il sesto cd, quello relativo a Blonde On Blonde, sono cose che si vorrebbe riascoltare tante e tante altre volte ancora. Da sentire con attenzione è Instrumental (track 16, cd 4): una piccola miniera di strutture musicali che poi verranno sviluppate separatamente, e ancora, Lunatic Princess: le note dicono che circolava da molto tempo fra i bootlegs. Sinceramente, non l’avevo mai sentita, pur avendo un discreto numero di nastri e bootlegs. Di Stuck Inside Of Mobile, non dico. Che ognuno la scopra dal proprio angolo della sala regia. Ogni tanto si deve uscire per sgranchire le gambe…e poi si deve rientrare.

Per i bulimici c’è anche la versione limitata di questo vol. 12,  da 18 cd: praticamente c’è tutto quello che è accaduto negli studi. Costa una cifra….. Inutile dire che questo cofanetto  è un’autentica perla.

10/10

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Di Giovanni Porta

Nato con i Beatles e cresciuto con il folk americano, ho trovato in Dylan la sintesi perfetta di ogni cosa. Suono da molti e molti anni, prima in un gruppo (La Via del Blues) e poi in un duo che spesso si moltiplica con la partecipazione di amici che vogliono condividere il piacere/ divertimento di scrivere pezzi propri (The Doorways). Tom Petty, Byrds, The Band, Eric Andersen, The Outlaws, Bruce Springsteen e tanti altri.... Per me Clapton è ancora Dio.

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