Pixies indie cindy

 

Pixies indie cindy

 

Un giudizio controverso per i nuovi Pixies di Indie City.

È buffo confrontare i voti dati ai primi due EP dei riformati Pixies dal sito Pitchfork (1 e 2) e dal New Musical Express (8 e 8). Una così abissale differenza di giudizio stava a significare soprattutto una cosa: i Pixies anni ‘80 sono stati amati tantissimo. Qualcuno si è sentito tradito dalla loro versione odierna, qualcun altro si è innamorato una seconda volta. Si può dire che, nell’insieme, hanno ragione i cuorcontenti, mentre sono inutili i  lamenti dei disillusi per l’addio al gruppo di Kim Deal, visto che pare fosse la sua presenza a bloccare la scrittura di nuovo materiale. A questo punto, stabilito che era stupido aspettarsi da Black Francis e compagni musica epocale come quella di Surfer Rosa (però un po’ dell’elettronica che ora piace tanto a Joey Santiago sì), è parecchio piacevole ascoltare, e riascoltare, la sequenza di canzoni proposte da tre cinquantenni ancora felici di essere in pista. Siamo nell’ambito di un rock abbastanza classico, che però è convenzionale solo in certi passaggi hard rock (Blue Eyed Hexe), mentre nei momenti più pop mostra un bell’equilibrio – termine tanti anni fa poco adatto ai Pixies – tra passaggi trasognati (Magdalena 308) e altri quasi melodici (Ring The Bells). Più convincenti ancora Greens And Blues,  simil-ballata con riff radiofonico, e la title-track che parte da un recitativo nervoso quasi come un tempo per sciogliersi in un ritornello suadente come i Pixies mai erano stati. Si potrebbe parlare  di college rock fuori corso ma non fuori tempo e nell’insieme Black Francis è invecchiato senza essere diventato del tutto adulto. Almeno per noi che lo ascoltiamo, va bene così.    

7,8/10

CINQUE DOMANDE A JOEY SANTIAGO, CHITARRISTA DEI PIXIES

Alla fine l’album della reunion dei Pixies è arrivato. Come mai ci avete impiegato così tanto?
Prima abbiamo celebrato i classici del nostro repertorio suonandoli dal vivo; poi c’è voluto un po’ di tempo perché Charles trovasse l’ispirazione per scrivere canzoni adatte ai Pixies. Suonando molto dal vivo non aveva tempo di concentrarsi sulla composizione e comunque aveva bisogno di crederci. Ora finalmente siamo un gruppo con tutti i crismi.
L’addio di Kim Deal? Anche tu, che sembri l’elemento stabilizzatore della formazione, non sei riuscito a trattenerla.
In effetti ho sempre avto questo ruolo, Per me Charles [Joey Santiago chiama Black Francis con il nome di battesimo, NdA] è un amico oltreché un collega. Con Kim avevo problemi a comunicare ma ci provavo. Quanto a David [Lovering, il batterista de Pixies, NdA], beh lui è un po’ un’entità fluttuante. A un certo punto il dialogo fra Charles e Kim si è chiuso e lei se n’è andata.
Dopo tanti anni hai sempre voglia di suonare dal vivo? Ho visto alcuni filmati recenti e nel classico finale di Vamos dai spettacolo come ai vecchi tempi.
Continuo a considerare il mio mestiere il più bello che ci sia. A Coachella, ad esempio, Vamos mi è riuscita piuttosto bene; altre volte invece mi è capitato di fallire miseramente e di sembrare proprio patetico.
Chi ti ha influenzato di più? Cosa ascolti?
I Beatles erano e restano il mio gruppo di riferimento. Ora ascolto soprattutto musica elettronica, tutta quella che capita.
Una domanda scema. A Coachella in cartellone insieme a voi, c’erano anche Lorde e Lana del Rey. La più bella delle due?
A Coachella siamo arrivati un attimo prima del nostro concerto e siamo ripartiti subito dopo, quindi non visto altri show. La domanda non è scema, è difficile. Lorde è molto carina, mentre non ho ben presente Lana Del Rey [?!?!?!?!, NdA]. Aspetta un attimo… ah, ecco; ho giusto trovato un suo video su Youtube… Wow, vince Lana.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Di Antonio Vivaldi

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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