di Francesca Bassani
Mi metto a scrivere dei Twilight Sad dopo una mattinata ad ascoltare i Dirty Three.
Questo potrebbe non giocare a favore dei primi, dato l’amore spassionato che ho per la band australiana capitanata da Mr. Warren Ellis, ma in un certo senso mi aiuta a entrare in un’atmosfera quasi mistica, fatta di melodie e suoni semplici e delicati.
Òran Mór Session è il nuovo disco della band scozzese. Mi viene spontaneo andare a cercare per cosa stia questo Òran Mór ed ecco che trovo un centro artistico polivalente di Glasgow e Òran Mór, naturalmente, è gaelico e significa pressappoco “grande melodia”. Nel momento in cui scrivo questo pezzo, realizzo anche che stasera stessa i Twilight Sad saranno alla Rough Trade East a Londra.
Dunque, adesso tutto ha un filo logico e scorre meglio.
Posso far ripartire l’album (versione ampliata di un EP autopubblicato circa un anno fa) e comprenderne più cose.
Posso, ad esempio, apprezzare l’essenzialità dei suoni e della voce. Un live acustico veramente dolce e malinconico in cui vengono ripresi in versione ‘prosciugata’ brani tratti dall’ultimo lavoro in studio del trio, Nobody Wants To Be Here And Nobody Wants To Leave, il lato B di un singolo e una cover dal repertorio del genietto polivalente Arthur Russell.
I Twilight Sad trasformano ciò per cui normalmente mi piacciono (le loro sonorità che rimandano al post-punk e allo shoegaze) in qualcosa d’altro. Hanno inciso un disco giusto giusto per le domeniche d’inverno solitarie.
Difficile spiegare il perché, ma mi hanno fatto ripensare a un disco che ho amato (e continuo ad amare) tantissimo, anch’esso sempre ascoltato d’inverno, sempre di domenica…
httpv://www.youtube.com/watch?v=wcKYaf0LW2g
7/10
httpv://www.youtube.com/watch?v=FWDGyTc4T08
It Never Was The Same