Siamo Noi A Far Ricca La Terra: Marco Rovelli racconta Claudio Lolli con tanti testimoni.
Si potrebbe dare la notizia e basta: Marco Rovelli ha scritto un libro su Claudio Lolli che s’intitola Siamo Noi A Far Ricca La Terra – Il Romanzo di Claudio Lolli E Dei Suoi Mondi (Minimum Fax, 331 pagine, euro 17). Già questo basterebbe a renderci felici (felici come zingari felici, ovviamente). Chi conosce Lolli sa che Rovelli ha interpretato in modo magistrale La Giacca in un suo disco recente (*). Magari lo ha anche sentito cantare Borghesia dal vivo.
È dunque cosa nota l’amore che Marco ha per la figura di Claudio. E poi un libro sul cantautore bolognese era necessario giacché dopo la sua morte, nel 2018, è stato come se, dopo un lungo silenzio, molti fossero riusciti a metterne a fuoco l’importanza: non solo come autore di canzoni, ma anche – anzi soprattutto – come compagno di gioie, dolori, lotte. E musicalmente come personaggio in sintonia, più di altri colleghi voce-chitarra, con il mondo del rock alternativo. (**)
Il lavoro di Marco Rovelli su Claudio Lolli e la sua storia
Rovelli ha raccolto un gran numero di ricordi e racconti da parte di chi ha conosciuto Lolli in epoche diverse. Si va dai compagni di liceo fino agli alunni del liceo dove il musicista ha insegnato. E ovviamente sfilano musicisti, organizzatori di concerti, attivisti politici, amici, compagne, la moglie Marina. Le molte testimonianze sono state strutturate in forma di narrazione corale, un po’ come hanno fatto Jon Savage in Joy Division – Autobiografia di una band e Michele Lauro in Volare basso. Ci sono poi personaggi-cose come “Il diario”, “Il drago” o “La chitarra della Upim” e figure create estrapolandole da canzoni come Anna di Francia o La mosca. Infine, per dare punti fermi alla narrazione (o forse per intervenirvi in prima persona), Rovelli crea due ‘rubriche’ intitolate “La fotografia sportiva” e Memoriale del doppio”. Nella prima cerca di leggere i pensieri del Lolli fotografato (quasi sempre in istantanee un po’ mosse), nella seconda ne esamina la discografia dal punto di vista di un curioso doppio fonografico che beve Campari in continuazione.
Un ‘altro’ Claudio Lolli
Le varie voci narranti ricreano una figura umana e artistica più sfaccettata di quanto ci potessimo immaginare e contribuiscono a destrutturare un paio di vulgate che si davano per acquisite. Innanzitutto quella relativa al Lolli dall’umore sempre cupo di cui scopriamo invece la verve comunicativa (nei giusti contesti) e la “comicità surreale”. L’altra vulgata riguarda i Lolli voce dura e pura della sinistra movimentista. In realtà il suo rapporto con la canzone politica non ha i caratteri della militanza tutta d’un pezzo per parole e musica, ma si configura come una sofferta e complessa elaborazione di vicende private. Significativa al riguardo è una testimonianza del poeta Gianni D’Elia che fa entrare nella questione anche il Lolli scrittore di canzoni (e poesie) d’amore: “C’è [in Claudio] una sorta di opposizione amorosa, e anzi di lotta erotica col potere, uno dei temi che credo lui ami di più, ancor più di quelli politici specifici o di protesta”.
Notevole è poi scoprire che nei mondi di Claudio Lolli sono entrati luoghi e persone non proprio gradevoli come il carcere di Regina Coeli (la notte in cella gli ispirerà Dalle Capre) oppure il cantautore neofascista Massimo Morsello (un incontro pubblico a Catania). In ambiti più lievi si può segnalare la duratura passione per Charlie Parker o, per quanto riguarda la carriera scolastica, l’abitudine a sedersi sulla cattedra anziché dietro.
Lo spirito di Siamo Noi A Far Ricca La Terra
A parte tutte queste notazioni di sicuro importanti, una cosa bella di Siamo Noi A Far Ricca La Terra è il suo configurarsi in ogni momento come un ritratto ad altezza d’occhi. La sensazione è di essere anche noi nella cameretta dove il liceale Claudio dialoga con il compagno di scuola Athos Ferri o nella casa del cantautore già noto in cui si aggira il gatto Lambrusco. Per non dire del furgone delle tournée insieme a Paolo Capodacqua su cui, scomodi eppurea felici, ci immaginiamo di viaggiare.
Un’altra cosa bella è che il libro fa venire voglia di riascoltare i dischi di Lolli sapendo di poterli apprezzare meglio (o anche solo diversamente) proprio grazie alla luce nuova in cui li si è “letti”. Chi scrive è al momento incerto fra Aspettando Godot e Dalla Parte Del Torto. Anche se poi vinceranno, come al solito, gli Zingari Felici.
(*) In quel pezzo si ascolta l’ultima incisione vocale di Lolli.
(**) Su Claudio Lolli esiste un altro volume a firma di Jonathan Giustini, La terra, la luna e l’abbondanza (Stampa alternativa) che è ormai difficilissimo reperire.