Un disco per perdersi: FKA twigs – Eusexua.
Nuovo album a dir poco atteso per FKA twigs, con il superlativo Magdalene risalente ormai al 2019 e il mixtape Caprisongs che aveva fatto dubitare molti: si intitola Eusexua, parola che Tahliah Debrett Barnett spiega così:
«Avete presente la sensazione di quando siete stati fuori tutta la notte e vi siete persi 7 ore nella musica, e guardate il telefono e pensate: “Oh, mio Dio, sono le 8:00 del mattino”. E l’ultima volta che hai guardato era l’una. È perché siete stati in uno stato di stato di eusexua».
Un paragone azzardato
L’onore di aprire il disco è riservato alla title track. Un beat in sottofondo, synth e la voce di Tahliah che porta avanti la traccia per quasi tre minuti fino a quando il beat non aumenta ed esplode in primo piano. È un attimo e si passa a Girls Feel Good, di nuovo verso il dancefloor, ma meno veloce, mentre con Perfect Stranger il battito è come un metronomo, difficile restare fermi: «Non conosco il nome della città da cui provieni / Il tuo segno zodiacale o la scuola che hai fallito / Non lo so e non mi interessa / Non so quale sia il cibo che preferisci ora / Il tuo lavoro o quello che stai facendo / Non lo so e non mi interessa / E a me va bene così / Vivere la mia vita con un po’ di mistero».
L’attacco della successiva Drums of Death mi fa venire in mente Erotica di Madonna. Nessuna intenzione di fare paragoni tra lei, che all’epoca aveva già lo statuto di star assoluta, e FKA twigs; tuttavia, all’epoca Madonna riprendeva la dance aggiornata ai primi 90s (classic, disco, techno, r’n’b) per confezionare un disco essenzialmente pop. Ecco, con Eusexua FKA twigs riparte da quell’epoca e da tutto ciò che la dance ha prodotto dopo, soprattutto drum’n’bass, house, dubstep, hip-hop per convogliarli in una nuova visione del pop. Per farlo, richiama alcuni dei compagni di viaggio che l’avevano accompagnata su Magdalene. Ma se lì il peso principale lo portava Nicolas Jaar, qui è protagonista il dj e produttore Koreless, insieme a molti altri nomi incluso il ‘vecchio Marius De Vries.
Una sintesi avant-pop perfetta
La ricchezza di suoni è fenomenale. Room of Fools contiene echi di Bjork mentre Sticky rinvia al disco precedente, rallentando il ritmo e costruendo la melodia sulla voce e poche note di piano. Dalla metà della successiva Keep It, Hold It tornano i beat che aumentano su una Childlike Things pop via Bangla-Corea-Giappone.
Striptease è uno dei pezzi migliori, oscuro e con una chiusura drum’n’bass da manuale: «Aprirmi sembra uno spogliarello… Notti tarde / Il mio sterno che si allarga». L’impressione è che il lavoro in studio sia stato importante per arrivare a una sintesi così compiuta. 24hr Dog è più strumentale che cantata, ma le parole colpiscono: «Per favore, non pronunciare il mio nome / Quando mi sottometto a te in questo modo / Sono un cane per te». Si chiude infine con Wanderlust, che parte incentrata sulla voce insolitamente ‘pulita’ per poi essere travolta da ondate di synth e beat.
Non c’è neppure una Holy Terrain a fare da singolo trainante, ma ancora più del precedente questo è un disco concepito come insieme e come tale va scoperto e apprezzato. Per essere un disco pop, o per meglio dire avant-pop, Eusexua è complesso, stratificato, poco incline a cedere tutti i suoi segreti ai primissimi ascolti, invitante e inquietante come lo sguardo di FKA twigs sulla copertina.
Be the first to leave a review.