Ristampe, cofanetti, inediti riscoperti
Forse non esistono dati certi, tuttavia è possibile che, nell’ambito dei supporti fisici, il settore ristampe e affini produca entrate non dissimili rispetto al mercato delle nuove uscite. Anche perché certi cofanetti sono più da oreficeria che da negozio di dischi. E’ormai un mondo talmente vasto che ai 30 titoli prescelti se ne sarebbero potuti affiancare quasi altrettanti di pari valore. Ad esempio l’integrale woodstockiana nel 50esimo anniversario del festival o il cofanetto deluxe dei Popol Vuh oppure, in ambito più economico, il boxino con gli album in studio dei Police. Al tempo stesso si potrebbe approntare una classifica di ristampe di cui non si sentiva il bisogno, perché davvero si ripubblica “la qualunque cosa”.
I Top Ten, da Dylan ai Beatles …
Molti dei lavori e degli artisti menzionati non hanno bisogno di presentazione. Il Bob Dylan dei concerti del 1975 con la Rolling Thunder Revue è forse all’apice della sua mercuriale carriera concertistica; talune esecuzioni sono cariche di una irripetibile tensione emotiva. (Troviamo Dylan in classifica anche con Travelin’ Thru, centrato in larga parte sulla sua collaborazione con Johnny Cash.) Parlando di Bob Dylan, inevitabile menzionare la Band e l’album eponimo, forse il loro migliore, con un bonus aggiuntivo rappresentato dall’esibizione a Woodstock del quintetto.
A parere di molti Abbey Road è il capolavoro, fra genio e disgregazione dei Beatles. Il lavoro di pulitura di Giles Martin rende ancor più luminoso il caleidoscopio dei suoni, in particolare nelle parti più apparentemente frammentarie.
1999 è uno dei dischi-caposaldo di Prince, geniale anche con l’elettronica, mentre Originals assembla i demo di pezzi che l’artista di Minneapolis affidò ad altre voci.
… passando per Hendrix e Bowie
Il secondo volume (diversi anni dopo il primo) di G Stands For Go-Betweens racconta il periodo della splendida, pervasiva maturità del gruppo australiano, mentre No Other vede Gene Clark inventarsi una sorta di country visionario con risultati geniali artisticamente e fallimentari commercialmente.
Songs For Groovy Children riordina cronologicamente i concerti di Jimi Hendrix (con la Band of Gypsys) al Fillmore East di New York tra fine 1969 e inizio 1970. Incredibile pensare che un artista così vitale sarebbe scomparso solo pochi mesi dopo. Incredibile anche che Blue World, il secondo ‘lost album’ di John Coltrane uscito in tempi recenti, sia rimasto nascosto così a lungo data la sua ricchezza di idee. Altro artista sempre ricco di idee fu David Bowie: Conversation Piece lo fotografa ai tempi di Space Oddity.
Infine Dead Man’s Pop è un interessante esperimento. Si prende il disco mainstream (e poco amato dai fans) degli autodistruttivi Replacements, Don’t Tell A Soul, e lo si rimixa in modo più asciutto. In effetti il risultato finale è migliore.
Il resto della classifica – i nomi oscuri, dagli anni ’70…
Nel mondo delle ristampe si viaggia inevitabilmente fra le epoche e generi, fra nomi noti e altri più oscuri.Sono soprattutto i secondi su cui vale spendere qualche parola. Peter Laughner fece parte dei Rocket From The Tombs e dei primissimi Pere Ubu, mischiava canzone d’autore e new wave e forse avrebbe fatto grandi cose non fosse morto a 25 anni nel 1977. Triste anche la storia di Peter Ivers, il cui assassinio (1983) resta un caso insoluto. Artista multiforme e geniale (scrisse la colonna sonora di Eraserhead di David Lynch), viene ora ricordato con Becoming Peter Ivers, una collezione di demo a metà fra soul e pop intimista. Un altro personaggio geniale fu anche Arthur Russell, in grado di esprimersi sia come cantautore che come innovatore della dance. Iowa Dream è una raccolta di demo di rara delicatezza.
Nell’Inghilterra anni ‘60 Anne Briggs – di cui è ristampata l’omonima opera prima – ebbe enorme importanza su molti nomi decisivi della vitalissima scena folk di quegli anni, dai Watersons a Bert Jansch e John Renbourn, ma anche su artisti più recenti come James Yorkston e i Decemberists. Il carattere a dir poco aspro le precluse una sia pur minima notorietà prima della fuga dalle scene a metà anni ‘70.
…ai ’90
Raincoats e Stereolab si possono associare fra loro per un suono gentile fra naif e sofisticatezza, fra rock colto e indie-pop . Delle prime (molto amate da Kurt Cobain) viene ristampato l’esordio omonimo, dei secondi ritorna a disposizione l’intero catalogo, di cui Emperor Tomato Ketchup è l’esito più inventivo. Edizione del quarto di secolo per Guerrilla dei gallesi Super Furry Animals, anche loro genietti del pop scapigliato meritevoli di migliore fama.
Il resto della classifica – i famosi
Tutti gli altri sono personaggi più conosciuti, quando non decisivi per la storia del rock. I Rolling Stones vedono ritornare alla luce il loro malaccorto progetto Rock and Roll Circus, all’ascolto meno scombinato di quanto la storia abbia tramandato, mentre i Kinks sottopongono a trattamento deluxe uno dei classici del loro catalogo, il concept- album Arthur. Cofanetti in bella confezione ricordano gli anni più creativi dei freak-rockers Gong e degli eleganti canterburiani Caravan.
Procedendo in avanti nel tempo ecco i Buzzocks con una schizzatissima raccolta di singoli e rispettivi lati B, i New Order appena nati dalle ceneri dei Joy Division e ancora dark, un Brian Eno in versione ambient, un resoconto cronologico delle sessions radiofoniche di Billy Bragg (quasi un best alternativo) e il folk globalista, con ep di ‘aggiornamento’ di Manu Chao.
Quanto ai REM, uno dei dischi meno apprezzati del loro catalogo, Monster, viene riproposto (come nel caso dei Replacements) con un mixaggio meno radiofonico. Strana la storia di Losst and Founnd di Harry Nilsson. Nel 1992 Nilsson, grande autore pop dall’attitudine dissipata, registrò alcuni demo che sono stati completati un lustro dopo da ottimi musicisti di studio. L’operazione potrebbe essere discutibile, ma è portata avanti con affetto (ed è difficile parlare di speculazione visto che Nilsson ormai lo ricordano in pochi).
La ristampa italiana
Infine vogliamo citare almeno una ristampa italiana. Prima di diventare molto populista (dal punto di vista sonoro, s’intende), Lucio Dalla incise album belli e ricchi di idee. Quello intitolato con il suo cognome fu il primo ad avere grandissimo successo e abbonda di canzoni destinate a diventare classici.
I migliori dischi del 2019: ristampe, cofanetti, inediti
1.Bob Dylan –The Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings
2.The Beatles – Abbey Road
3.Prince – 1999 – Originals
4.The Go-Betweens – G Stands For Go-Betweens: Volume 2 – 1985-1989
5.The Band – The Band: 50th Anniversary Reissue
6.Gene Clark – No Other
7.Jimi Hendrix – Songs For Groovy Children – The Fillmore East Concerts
8.John Coltrane – Blue World
9.David Bowie – Conversation Piece
10.The Replacements – Dead Man’s Pop
11.Stereolab – Emperor Tomato Ketchup
12.The Kinks – Arthur or The Decline And Fall Of the British Empire
13.Peter Laughner – Peter Laughner
14.Bob Dylan – Travelin’ Thru 1967-1969: The Bootleg Series vol. 15
15.Anne Briggs – Anne Briggs
16.Brian Eno – Apollo: Atmospheres & Soundtracks – Extended Edition
17.Peter Ivers – Becoming Peter Ivers
18.REM – Monster 25th Anniversary Reissue
19.Manu Chao – Clandestino / Bloody Border
20.Buzzcocks – Singles Going Steady
21.New Order – Movement: The Definitive Edition
22.Billy Bragg –Best Of Billy Bragg at the BBC1983 – 2019
23.Caravan – The Decca/Deram Years (An Anthology) 1970-1975
24.Arthur Russell – Iowa Dream
25.Harry Nilsson – Losst And Founnd
26.Super Furry Animals – Guerrilla: 20th Anniversary
27.Frank Zappa – Orchestral Favorites 40thAnniversay
28.The Rolling Stones – Rock and RollCircus
29.Gong – Love From The Planet Gong: The Virgin Years 1973-1975
30.The Raincoats – The Raincoats
Ristampa italiana:
Lucio Dalla – Dalla