A Few Words in Defense of Our Country racconta vita e musica di Randy Newman.
Finalmente la sfaccettata carriera di Randy Newman ottiene la giusta considerazione con una biografia ampia ed esauriente. A dire il vero le “few words” del titolo sono invece assai, forse più di quelle necessarie, visto la profonda escavazione nella vita privata e nella doppia vita artistica di Newman: quella di cantautore e quella, geneticamente inevitabile, di compositore di musiche per film (degli zii Alfred, Lionel ed Emil chiunque avrà ascoltato inconsapevolmente più d’una colonna sonora).
Robet Hilburn conosce il musicista losangeleno da decenni, quindi possiamo accettare con benevolenza qualche sua prolissità, tuttavia l’intricato mondo dei Newman viene tirato in ballo un po’ troppo nelle pagine del libro. Il racconto, d’altronde, non risparmia nessun aspetto della vita del musicista: lo strabismo e i tentativi di ridurlo, il bullismo dei coetanei, la riluttanza ad entrare nel dorato mondo musicale di famiglia. Grande risalto viene dato all’amicizia con Lenny Waronker, fondatore e presidente per decenni della Warner Brothers e poi alla guida della Dreamworks (etichette di gran parte della discografia newmaniana).
Il mondo di Randy Newman
Fin dagli inizi la visione critica, obliqua della società americana è stato il carattere saliente della rada produzione discografica da cantautore (una dozzina di album, tutti interessantissimi, a cui vanno aggiunte le colonne sonore). La scarsità delle vendite ha caratterizzato molte delle uscite, con un certo disappunto da parte dell’autore, ma i riconoscimenti della critica sono stati da subito ampi e motivati, così come quelli dei colleghi musicisti. Nel libro sono inseriti commenti e dichiarazioni da parte di grandi nomi come Bob Dylan, Paul Simon, John Williams, Linda Ronstadt, Don Henley, Bonnie Raitt, Chuck D, James Taylor, più la crema dei giornalisti del settore.
Canzoni scomode e canzoni famose
Le controversie su alcune canzoni sono note: molte radio rifiutarono di mandare in onda Short People, God’s Song o Rednecks, canzoni apparentemente scomode verso le persone di bassa statura, la religione e i razzisti degli Stati del Sud. Nonostante ciò Newman ha continuato a fare il suo lavoro di commentatore ‘’politico” sui generis bacchettando noi europei, democratici immaginari, o l’arroganza di Putin, senza dimenticare di comporre straordinarie canzoni d’amore. Un libro prezioso, per chi conosca solo ’You’ve Got A Friend In Me’’ (da Toy Story) o ‘’You Can Leave Your Hat On’’ (da Basic Instinct per la voce di Joe Cocker), e un buon motivo per buttarsi a capofitto nell’ascolto dei suoi dischi.