In concerto senza Starsailor: James Walsh alla Bottega Roots di Colle Val d’Elsa.
Avete mai sentito di un frontman di un gruppo famosissimo in Inghilterra (e abbastanza noto anche da noi) che viene in Italia per 4 date senza niente da promuovere, senza portarsi dietro nessun oggetto da merchandising, solo per il gusto di viaggiare in macchina e di suonare davanti al proprio pubblico in selezionatissimi locali? Bene James Walsh, che non meno di cinque mesi fa era in tour per la penisola con i suoi Starsailor per la promozione di Where The Wild Things Grow, lo ha fatto. Nessuna valigia con vinili, cd o magliette, solo qualche pedaliera per effettare la sua fedele Guild acustica e la voglia di suonare in piccole venues per avere un contatto più diretto con chi in qualche modo segue quello che fa. Siamo stati al concerto di Colle Val d’Elsa, in un locale che si chiama Bottega Roots, che ti accoglie come il salotto si un amico e dove si mangia (e si beve) anche piuttosto bene e si spende il giusto.
Apre Early Bird, poi si parte
Qualche brano di An Early Bird, giovane cantautore napoletano, come ‘aperitivo’ e poi Walsh attacca con due classici degli Starsailor, entrambi da quell’esordio fenomenale che fu Love Is Here: Good Souls e Fever. Ogni coppia di canzoni della sua band viene alternata con un paio di canzoni dai suoi lavori solisti, qualitativamente allo stesso livello di quelli della band madre ed inspiegabilmente meno conosciuti; provate ad ascoltare Renewal, title track dell’ultimo EP uscito sul mercato, e ditemi se un gioiellino alt-pop come quello, se passato regolarmente in radio, non diventerebbe un tormentone nel giro di pochi giorni. Walsh canta alla perfezione, sia quando c’è da usare il falsetto (Lullaby e The Greatest Story Ever Told) che quando c’è da andare a tutta canna (Poor Misguided Fool, bellissima, e l’altra hit degli Starsailor Four To The Floor, dove appare timido un leggero distorsore sulla chitarra).
I saluti e la conclusione del concerto di James Walsh
Il pubblico gradisce e invoca un immancabile bis, che arriva dopo una veloce accordatura e i ringraziamenti, soprattutto ‘Per avermi fatto suonare sotto questa gigantografia di Fidel Castro. Sarò bannato dagli Stati Uniti ma ne sarà valsa la pena’. Attacca con una strepitosa cover di With A Little Help From My Friends dei Beatles, unica cover della serata insieme al classico di Bob Dylan Just like a woman, e poi spazio ai presenti che cantano il ritornello di Silence Is Easy prima di andare a fare quattro chiacchiere con il protagonista della serata. Che ci rivela che sta per essere pubblicato un live degli Starsailor con un’orchestra per celebrare i 25 anni di attività della band, e che poi ripartiranno in tour. Speriamo di rivederli anche da queste parti.
Grazie a PMA e a Bottega Roots per l’ospitalità.
La scaletta del concerto, 4 aprile 2025:
Good Souls (Starsailor song)
Fever (Starsailor song)
Pooles Cavern
Tulips
Way to Fall (Starsailor song)
Coming Down (Starsailor song)
Renewal
Shadows
Lullaby (Starsailor song)
Poor Misguided Fool (Starsailor song)
Strangers at the Bar
The Greatest Story Never Told
Just Like a Woman (Bob Dylan cover)
Alcoholic (Starsailor song)
Tell Me It’s Not Over (Starsailor song)
Four to the Floor (Starsailor song)
Encore
With a Little Help From My Friends (The Beatles cover)
Silence Is Easy (Starsailor song)