di Raimondo Bignardi
Quattro album spalmati in più dieci anni: le atmosfere, lo stile, hanno subito ben poche variazioni. Gli arrangiamenti sono diventati un po’ più sofisticati e, allo stesso tempo, più misurati; la voce un po’ più morbida, ma sempre intensa e malinconica.
Ecco, la caratteristica principale di Barzin Hosseini, canado-iraniano, è il minimalismo malinconico e dolce delle sue canzoni che fa pensare, ascoltandolo, a Mazzy Star, Tindersticks, Mark Kozelek.
Ciò che ti fa continuare ad ascoltarlo è che si sta confessando proprio a te e non puoi fare a meno di credergli. E’ maledettamente sincero e ha bisogno di qualcuno che lo ascolti. Chi invece non lo ha mai ascoltato si prepari ad un flusso omogeneo di nove ballate soffici e notturne a base di chitarre, piano, pedal steel languide, tamburi spazzolati, archi struggenti e fisarmoniche e fiati sussurrati in sottofondo.
I brani migliori? All The While, In The Dark You Can Love This Place, It’s Hard To Love Blindly, ma il disco è talmente compatto che per ogni ascoltatore la scelta sarà diversa.
Se hai occasione, o avido music lover, abbina questo all’album precedente, Notes To An Absent Lover (2009), e ascolta attentamente, tra le altre, When It Falls Apart: per me la canzone perfetta di Barzin Hosseini.
7/10
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/pages/TomTomRock/564881650275629
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=DRYTA0fp03M
Barzin – All The While