Why Hasn’t Everything Already Disappeared? dei Deerhunter inaugura bene il 2019.

Sono passati poco più di tre anni da Fading Frontier, ed ecco i Deerhunter di ritorno, riprendendo molte delle idee di quel disco. Why Hasn’t Everything Already Disappeared? pesca tuttavia più ampiamente nel suono della band di Bradford Cox così come si è dispiegato da Halcyon Digest in poi. Quel che è certo, ormai, è che i Deerhunter rappresentano una delle realtà del nuovo rock americano, nel quale l’attitudine indie si sposa con la psichedelia, il garage, persino il synth-pop. Why Hasn’t Everything Already Disappeared? è un disco vario, più del precedente, reso sempre riconoscibile dalla voce strascicata ma bella di Bradford Cox.
Marfa, Texas
Registrato in parte nel deserto texano, dalle parti di Marfa, come sembra evocare a tratti il video di Death In Midsummer, si apre proprio con questo pezzo. Atmosfere lisergiche e una melodia quasi beatlesiana per un attacco molto riuscito. Diverse tracce di Why Hasn’t Everything Already Disappeared? possono essere definite una reinvenzione del classico suono americano, del quale peraltro Bradford Cox si è sempre dichiarato grande fan.
Why Hasn’t Everything Already Disappeared? un disco cinematografico
Spesso anche i testi di riallacciano a tale tradizione, come nell’evocativa No One’s Sleeping: “No one’s sleeping / Great unrest / In the country / There’s much duress / Violence has taken hold / Follow me / The golden void”. A Marfa, d’altra parte, sono stati girati alcuni classici della cinematografia americana. Ricordiamo The Giant (James Dean è evocato nel brano Plains) e, più di recente, There Will Be Blood e No Country for Old Men.
I Deerhunter cercano ispirazione anche al di fuori dell’America
Tuttavia, Why Hasn’t Everything Already Disappeared? non si esaurisce in questo. La strumentale Greenpoint Gotic richiama addirittura i Tubeway Army, mentre Tarnung ha atmosfere fra Ambient e post-rock. Forse Cox esagera con Détournement, parlato inutilmente pretenzioso. Ma il disco si conclude benissimo con Nocturne, uno dei momenti migliori, nel quale Bradford Cox impiega un cantato spezzettato e filtri per distorcere la voce. Brano notturno come il titolo indica, chiude il disco con una lunga coda strumentale. Concludiamo dicendo che Why Hasn’t Everything Already Disappeared? è registrato molto bene, in questo simile al precedente, e invece lontano dalle ruvidezze di quel Monomania che tanto ci era piaciuto. Nell’insieme, al di là delle preferenze, i Deerhunter sfoggiano ormai un canone ragguardevole e in questo inizio 2019 sembrano pronti a presentarne una ricca sintesi.
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