Gli Iceage al traguardo?

Il percorso degli Iceage si è svolto in un lasso di tempo relativamente breve. Ne abbiamo seguito in anni recenti l’evoluzione in studio e dal vivo, con le derive soliste incluse. Beyondless è decisamente un approdo nella loro giovane carriera. Non tanto perché sia migliore di Plowing Into the Field of Love, quanto perché ha un suono che per la prima volta sembra compiuto e convinto. Le influenze del passato sono ancora lì, inutile ripeterle, ben evidenti. Ma Beyondless è meno un insieme di canzoni, più un disco dal suono definito.
Elias Bender Rønnenfelt offre la sua prova migliore su Beyondless
Fiati e violino che comparivano in passato sono ormai parte integrante delle composizioni. Elias Bender Rønnenfelt ha inquadrato l’idea che cantare come un ubriaco alla lunga stanca e si cala molto meglio nel suo ruolo. Recupera appieno l’eredità punk e a tratti ricorda l’Iggy Pop (al quale gli Iceage piacciono) di The Passenger (Plead The Fifth). In Catch It, uno dei momenti centrali del disco, non per niente scelta per essere accompagnata da un video, offre forse la sua prestazione migliore.
Difficile scegliere le canzoni migliori di Beyondless
Ma anche Take It All o Pain Killer con Sky Ferreira sono canzoni perfette tra intensità e teatralità. Sostanzialmente, in Beyondless non c’è nemmeno una composizione debole: ed è il suo punto di forza. Scorre come un’onda, oscuro ma vibrante. Fino a chiudersi nella title track che cresce su un rumore di fondo nel quale la band non perde mai il controllo.
La salvezza del rock viene dalla Danimarca
Bello pensare che uno dei dischi migliori di rock (sia pure di un rock molto poco tradizionale) ascoltato di questi tempi, forse uno dei dischi migliori in assoluto, al di là dei generi, venga dalla Danimarca, ossia da una provincia della scena musicale. Chissà, magari lo stallo attuale potrebbe risolversi anche con un ampliamento dei confini geografici consueti.
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