Un’evoluzione senza sorprese per gli Inhaler di Open Wide
Dal loro debutto nel 2019, gli Inhaler hanno seguito una traiettoria ben definita: un pop-rock indie confezionato per i festival, caratterizzato da una produzione curata e da un’intensità giovanile. I loro primi due album, It Won’t Always Be Like This (2021) e Cuts & Bruises (2023), guardavano a The Killers e ai primi U2. Sebbene nessuno dei due dischi fosse rivoluzionario, anzi, entrambi hanno consolidato gli Inhaler come una delle band emergenti di maggior successo commerciale nel Regno Unito e in Irlanda.
Il loro terzo album, Open Wide, non cambia radicalmente questa formula. Uscito il 7 febbraio 2025 per Polydor, ha debuttato al secondo posto nella classifica ufficiale degli album nel Regno Unito e ha segnato il terzo numero uno consecutivo della band in Irlanda. Prodotto da Kid Harpoon, noto per il suo lavoro con Harry Styles e Florence + The Machine, Open Wide vira verso un suono ancora più pop, pur mantenendo le radici rock che definiscono l’identità degli Inhaler.
I punti di forza dell’album: una band più sicura di sé
Il frontman Elijah Hewson ha descritto Open Wide come il riflesso della sua “crisi di un quarto di vita”, e in alcuni momenti l’album trasmette una maggiore maturità rispetto ai lavori precedenti. Il pezzo più riuscito è la title track, che rappresenta uno dei momenti migliori della band fino ad oggi. Se in passato gli Inhaler hanno evitato di abbracciare appieno il rock da stadio per sfuggire ai paragoni troppo sfacciati con gli U2, qui il riferimento è esplicito, ovviamente aiutato dalla voce di Hewson. La produzione scintillante e il ritornello coinvolgente dimostrano il potenziale commerciale del gruppo.
Altri brani sopra la media includono X-Ray, che mescola folk-rock e chitarre dal sapore smithsiano, e A Question of You, con un riff d’apertura e un coro accattivante.
Dove Open Wide non convince
Nonostante le buone intenzioni, Open Wide fatica a compiere un vero passo avanti. Molti brani risultano piacevoli, ma finiscono per essere troppo prevedibili, riproponendo schemi già esplorati senza introdurre novità significative.
All I Got Is You ne è un esempio lampante: la produzione è impeccabile, con chitarre scintillanti e un’atmosfera anni ’80, ma il brano fatica a mantenere il ritmo, apparendo più come una raccolta di buone idee che come una canzone pienamente realizzata. Anche The Charms e Even Though, pur essendo ben rifinite, mancano di quel dinamismo necessario per distinguersi all’interno del repertorio della band.
Conclusione: un ascolto piacevole, ma non certo memorabile
Open Wide è un album ben fatto e contiene alcuni dei migliori brani degli Inhaler, ma nel complesso non riesce a scrollarsi di dosso un senso di déjà-vu. Per ogni brano che prova afar meglio, ce n’è un altro che ripropone formule già sentite e poco incisive, impedendo all’album di emergere come una dichiarazione definitiva dell’identità della band. Se gli Inhaler vogliono davvero distinguersi e affermare una loro voce unica, dovranno osare di più.
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