Tallahassee Recordings: il primo vero disco di Iron & Wine quando era ancora Sam Beam.

Con questo disco si viaggia nel tempo, quando Sam Beam usava ancora il suo nome e cognome anziché la sigla Iron & Wine. Tallahassee Recordings è (o lo diventa ora) il suo primo disco, ideato nel 1999 con la complicità di un amico studente. Nonostante la priorità dei due fosse partecipare a un corso per registi, il compagno di studi possedeva un prezioso registratore a bobine che immortalò queste registrazioni. Il disco recuperato esce in una collana di pubblicazioni d’archivio che arricchiscono, periodicamente, la già discreta discografia di Iron & Wine. Ne fanno parte altri quattro volumi di alterno valore, mentre Tallahassee è un progetto a sé stante, più che una raccolta di brani sparsi.
La qualità spartana delle Tallahassee Recordings
Gli undici brani sono rimasti in cantina a lungo, ma le registrazioni recuperate sono di grande interesse e di buona qualità, veri e propri “basement tapes” del barbuto cantautore. Si tratta di materiale acerbo, come a dire: “buona la prima” o “dai che è tardi”, ma con giudizio e lungimiranza. Le canzoni sono appena segnate da piccole imprecisioni, scricchiolii e finali brutali. Tuttavia, in molti episodi c’è addirittura più respiro e strumentazione rispetto all’austero esordio di The Creek That Drank The Cradle, che uscirà ben tre anni dopo. Lo stile di Sam Beam è però già ben definito: il cantare sussurrato, al limite dell’incostanza (o dello scazzo) è già in nuce, così come i temi vagamente depressivi tipici del nuovo folk di quegli anni.
Un Iron & Wine all’inizio del suo percorso artistico
Ciò che ascoltiamo è comunque piuttosto diverso dalle ultime uscite discografiche di Beam, che sembra aver trovato una maggior serenità con il leggiadro Beast Epic del 2017 e ancor più con il recente Years To Burn, il disco prodotto con i Calexico. Ma questo fermo immagine di vent’anni fa riluce di un’ingenuità invidiabile e contagiosa che magari ha spinto Sam Beam a renderla disponibile ai suoi nuovi e vecchi estimatori, mettendosi coraggiosamente a nudo.
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