Leftovers di Le Ren: un primo album fra country e canzone d’autore
Quando la vita presenta certi conti, mettere in musica il dolore può aiutare. Lauren Spear, 26 anni, è una cantautrice canadese. Il suo nome di battaglia è Le Ren, che suona vagamente come la pronuncia in francese di Lauren, o almeno a me sembra così. Messa a dura prova dalla perdita del fidanzato in un incidente d’auto, prima di Leftovers (Secretly Canadian) Le Ren aveva prodotto un interessante EP, Morning & Melancholia (2019), dove è evidente il tributo pagato ad un evento così tragico e devastante. Nella sua musica ci sono, evidentissimi, riferimenti ad alcuni fari della canzone d’autore canadese e americana. Mettiamoci Kate and Anna McGarrigle e Joni Mitchell tra i connazionali, John Prine ed Emmylou Harris tra i vicini a Sud, così per fare qualche nome…
Troppo country in Leftovers?
Questi “avanzi del giorno prima” (cioè la traduzione del titolo del disco) non hanno il sapore di riscaldato che potrebbero avere. Con fari così forti addosso, però, qualche zona d’ombra è inevitabile che si crei; succede quindi che, rispetto al breve esordio, la scrittura segni un piccolo passo indietro e, talvolta, alcuni arrangiamenti si adagino su strutture di country tradizionale (valzerino, pedal steel languida ecc.) un po’ irritanti ma inevitabili in un mercato che le richiede. Questo è percepibile in alcuni brani, come Was I Not Enough?, Your Cup e Willow; in ogni caso, già nell’Ep d’esordio c’era una bella cover da George Jones, The Day I Lose My Mind.
Il futuro di Le Ren fa comunque ben sperare
Il resto di un disco piuttosto breve (i classici 35 minuti) mostra una più convincente dimensione da folksinger fatta di chitarre arpeggiate, armonie vocali e introspezione nei testi. Come primo disco, ripeto, molte luci e qualche zona meno illuminata; resta da attendere un terzo capitolo, dove la giovane cantautrice potrebbe osare di più, al pari delle conterranea Tamara Lindemann/The Weather Station, che ci ha sorpreso con Ignorance o della grande assente (Leslie) Feist, il cui ultimo disco, Pleasure, risale addirittura al 2017.
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