Lasciate da parte le fortunate collaborazioni, Miles Kane torna solista con Change the Show.
Miles Kane arriva al quarto disco solista con Change the Show (BMG), ma tutti lo ricordiamo soprattutto per le collaborazioni. Lo scorso anno una bellissima canzone insieme a Lana Del Rey, Dealer, e poi soprattutto i due dischi con Alex Turner, James Ford e Zach Dawes come The Last Shadow Puppets. Una spalla notevole più che una personalità in grado di affermarsi per suo conto, si direbbe, e forse non è un caso se il brano più carino del nuovo disco, Nothing’s Ever Gonna Be Good Enough, lo vede affiancato dalla bella voce di Corinne Bailey-Rae.
Un catalogo del pop anni 60-70
Change the Show ribadisce la forte passione di Miles Kane per la musica retrò. I suoi riferimenti sono fra gli anni ’60 e i prim ’70, come se poi non fosse mai successo nient’altro. Nel disco assistiamo letteralmente a un giro per la musica di quell’epoca. Il rhythm ‘n’ blues viene affrontato nei capitoli Tell Me What You’re Feeling e Never Get Tired of Dancing, con tanto di ritmi dance e fiati; Coming of Age esce dal juke-box di Happy Days; la title track occhieggia ai T-Rex e al David Bowie di Young Americans; Constantly è una estensione di Be My Baby delle Ronettes. I Beatles nel frattempo aleggiano un po’ ovunque.
Nonostante il titolo, lo spettacolo non cambia
Il tutto è carino, non c’è che dire; Miles Kane è interprete simpatico; Change the Show è suonato bene e i suoi 35 minuti e qualcosa si fanno ascoltare. Kane compone tutte le canzoni coadiuvato dal produttore e musicista londinese Jamie Biles già al suo fianco in precedenza, ma che non ha all’attivo prove da solista o in band. Si ha insomma l’impressione che, senza spalle più robuste di quelle in campo nel disco, l’inglese non sia in grado di andare oltre una riproposizione generica di un suono che certamente ha fatto storia, ma che ha visto negli anni revival più creativi di questo.
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