Un bell’inizio di 2021 con Skyway Man.

Qualcuno definisce James Wallace, da qualche anno in arte Skyway Man, “cosmic country innovator”. Le note di The World Only Ends When You Die parlano di ”psych-folk opera”. La vicenda narrata ha per tema un’esperienza di quasi morte (spoiler: il finale è lieto), come il titolo suggerisce. Le premesse sono interessanti e al tempo stesso rischiose per il secondo album di questo virginiano di Richmond che si forma nello stesso eclettico ambito artistico di Matthew E. White e Natalie Prass (il collettivo + studio di registrazione Spacebomb) per poi trasferirsi a Nashville e diventare piccolo idolo della scena underground locale (pure lì ce n’è una).
The World Only Ends When You Die è un disco di grande fascino
Una volta tanto l’ascolto non delude, anzi sorprende. Il primo pezzo, Muddy Water, procede a passo pacato, eppure avvolgente e coinvolgente. Il suono è corposo con ampio uso di voci e fiati ma con grande senso della cosa giusta al posto giusto. Tutto il resto della scaletta propone una sequenza di esempi di ampia sapienza compositiva. Si va dal groove sudista di Sometimes Darkness/ Railroad/ Sometimes Darkness Reprise al quasi doo-wop di Old Swingin’ Bell alla ballata velvet-dylaniana Night Walking, Alone. Altrove si scoprono tracce di country, gospel e persino simil-calypso (Did Ya Know Him?).
Sappiamo bene che l’ecletticità citazionista è croce e delizia della musica indie di questo secolo. Wallace si pone senza alcun dubbio nell’ambito delizia, perché pur usando tanti ingredienti fa in modo di mischiarli senza che un sapore prevalga nettamente sull’altro. La cosa ancor più bella è che praticamente ogni pezzo contiene un guizzo inaspettato: una voce femminile, un coro maschile, un bridge insolito, un’accelerazione travolgente (sapienza southern, insomma). Il risultato è che il disco, nonostante il tema, risulta vitale, vivace e positivo. E tutti sappiamo quanto bisogno di positività c’è in questo nostro buio attuale.
I compagni in spirito di Skyway Man
Se si vuole fare qualche nome, Skyway Man può essere paragonato a E degli Eels o a Matthew Houck/Phosphorescent oppure ancora al misterioso Alvarius B., con in più un tocco di pop stravagante (alla Lemon Twigs, diciamo). Tutti personaggi che si muovono fra metodo e tormento e che bene raccontano un’epoca che era piuttosto complessa già prima del Covid.
Il risultato finale è che The World Only Ends When You Die si candida subito all’inserimento fra i dischi migliori del 2021. E, unica nota dolente, anche in quello delle copertine peggiori.
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