Si chiama Nothing to Expect il nuovo disco degli Stella Diana
Non hanno bisogno di molte presentazioni i napoletani Stella Diana: da tempo punto di riferimento e band imprescindibile nel ricco e variegato panorama dello shoegaze italiano (e non solo), non hanno esitato, nel corso degli anni, ad avventurarsi in sperimentazioni costruendo un sound originale e inconfondibile. Dato alle stampe lo scorso 22 febbraio 2022, Nothing to Expect (Vipchoyo Sound Factory/In A State Of Flux Records), il loro nuovissimo album in studio, conserva – non solo simbolicamente – i tratti evocativi del precedente (eccellente) 57 di cui amplifica le atmosfere rarefatte e sognanti aggiungendovi strati sonori nuovi e inattesi.
Le sonorità e le canzoni
Let time flow, let the rain fall/ Let the ash never cover fire: si apre con questa strofa la prima traccia Matthew, che ci accoglie con sonorità in sospeso fra il dreampop e la psichedelia. Ma non è che un assaggio e una sorta di preambolo a Sleepless Girl, uno dei migliori momenti del disco e, forse, uno dei più maturi della band. Venature new wave, post-punk e sonorità shoegaze si mescolano sullo sfondo di un testo poetico ed enigmatico, che riecheggia l’atmosfera a tratti apocalittica che abita tutte e nove le tracce incluse nell’album. Whatever I say there is a distance/whatever I think, there is a distance/ whatever I feel there is a distance/ whatever you watch, there is a distance, canta Dario Torre, voce e chitarra storica della band.
Sono dei riusciti riff di chitarra ad accoglierci in DZM, che, sullo sfondo di una trama musicale ora densa ora rarefatta, e fra improvvise variazioni di ritmo, ci accoglie con un breve testo che pare un omaggio ai poeti ermetici del Novecento italiano: sometimes i’d like/to find/a place/where i/can fix/old memories.
Le altre tracce si rincorrono fra atmosfere new wave e post-punk, luci e ombre, omaggi più o meno nascosti ai Joy Division (e perché no, agli Interpol), come nella bella Distance o in Regulus, fino ad arrivare alla malinconica Marianne che chiude degnamente un disco che conferma una volta di più le qualità degli Stella Diana.
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