The Murder Capital al terzo disco: Blindness mostra una band più matura.
Davanti a noi, nel nostro campo visivo immediato, ci sono le cose che possiamo toccare, l’amore che possiamo sentire. Poi c’è tutto il resto. La cecità [Blindness] è la convinzione distorta. Il dietro di noi. L’isolato. L’amore a distanza. La fede negata. Il patriottismo deviato. Il volto sbiadito degli istanti nella vista posteriore. La cecità mette tutto a fuoco. – James McGovern
Il 21 febbario 2025, la band irlandese The Murder Capital ha pubblicato il suo terzo album in studio, intitolato Blindness. Questo lavoro rappresenta un’evoluzione significativa nel percorso musicale del gruppo, noto per la sua energia post-punk e le profonde riflessioni esistenziali.
La registrazione di Blindness e i cambiamenti nella vita dei The Murder Capital
Dopo il successo di Gigi’s Recovery nel 2023 che ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche irlandesi e la top 20 nel Regno Unito, i Murder Capital hanno intrapreso un periodo di intensa creatività. Le sessioni di registrazione di Blindness si sono svolte in tre frenetiche settimane (come recita il comunicato stampa) a Los Angeles sotto la guida del produttore John Congleton, noto per il suo lavoro con artisti come St. Vincent, Angel Olsen e Sharon Van Etten. Questa collaborazione ha permesso alla band di esplorare nuove sonorità, mantenendo intatta l’intensità che li contraddistingue.
La maturità del sound è consequenziale alla maturità dei singoli componenti della band. Il batterista Diarmuid Brennan viveva a Berlino, il bassista Gabriel G Paschal Blake era a Letterkenny, il chitarrista Cathal Pump Roper a Donegal, il chitarrista Damien Irv Tuit e McGovern erano a Londra. Da queste diverse attitudini è nato un suono che non perde di mira il post-punk spigoloso che contraddistingue la band, ma le permette di sperimentare nuovi approcci sonori e soprattutto un mood più introspettivo.
I momenti migliori e le influenze
Se Moonshot, brano di apertura dell’album, rivendica l’identità sonora della band, già Words Lost Meaning ci proietta in modalità grunge con una take che sembra presa dai Wunderhorse con un ritornello che suona come un mantra ipnotico e seducente. A proposito del brano James dice: è il luogo in cui l’amore va a morire. Quando le parole ti amo sono usate senza pensiero, senza sentimento, persino come modo per chiudere una conversazione, diventano stantie e diffuse. Nessuna parola significa più di quelle tre messe insieme.. Ma è anche un piacere ascoltare le declinazioni in salsa Strokes e Libertines di A Distant Life. Oppure le suggestioni prese dai Radiohead di In Rainbows sparse per Born Into a Fight.
Uno dei momenti più intensi rimane sicuramente Love of Country. Scarna ed essenziale con la voce di James Mc Govern che esprime desolazione e rabbia in maniera convincente. Spiega Mc Govern a proposito della canzone: “Da bambino, nel parco giochi, i sentimenti xenofobi circolavano tranquillamente. Questo mi ha sempre causato attriti. Nella mia esperienza, il patriottismo spesso porta con sé il bagaglio della discriminazione nei confronti degli altri. Non è giusto. E certamente non è giusto detto da un irlandese. Una nazione di emigranti. Quella canzone finalmente esprime quella confusione per me: perché l’amore per il proprio paese è intrecciato con l’odio per un altro?”.
Altro momento cruciale della band è Death of a Giant, canzone dedicata alla scomparsa di Shane McGowan e la partecipazione della band ai funerali dello stesso in Pearse Street a Dublino. In definitiva l’album segna una crescita emotiva e stilistica sia della band, sia dei singoli componenti. L’atmosfera rarefatta di Trailing a Wing (col fantasma di Mark Lanegan nell’ombra) e la chitarra rabbiosa che chiude That Feeling sono solo due momenti per cui vale la pena dedicare tempo a questo disco che cresce inesorabilmente con gli ascolti.
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