Willie Nelson is back in town: The Border.
Willie Nelson ha un’energia senza pari e poco dopo il suo 91esimo compleanno pubblica il suo 75esimo album in studio: The Border. Il vecchio Willie con la sua family e la sua trigger non ce la fa a stare in poltrona e ha già programmato fino a settembre inoltrato l’ennesimo Outlaw Music Festival in compagnia di Bob Dylan, Robert Plant e altre vecchie e nuove glorie.
Dieci pezzi che scorrono veloci, quattro dei quali nuovi e scritti insieme al produttore Buddy Cannon. Gli altri sono cover di anime affini che potrebbero esser scritte da lui e su cui Willie “shines a light“. Come quella che dà titolo al disco è soprattutto la meravigliosa Many A Long And Lonesome Highway, pezzo struggente di Rodney Crowell.
Il confine
The Border con cui si apre il disco definisce anche i confini non solo geografici. Border laggiù non è una linea sulla carta. È per alcuni un muro fisico da tirare su il più in alto possibile il più in fretta possibile. We need the wall non è solo lo slogan di Trump. È quello che pensano in parecchi da quelle parti e sarebbe troppo semplice liquidare con sufficienza quello che è un problema reale che nessun candidato sta affrontando veramente. Ma qui nelle parole di una guardia di confine c’è solo malinconia e nostalgia e forse rassegnazione sottolineata dalla chitarra e dalla fisarmonica norteña che testimoniano come quel confine, almeno in musica, non esista.
Ma Willie si definisce un VI very indipendent e in quanto tale può permettersi un Western swing come Made In Texas tutto luoghi comuni sul lone star state e i suoi abitanti, ma che è difficile ascoltare senza ballare.
Le cover
Dolcissima e melodica la ballata Nobody Knows Me Like Yo,u pezzo di Mike Reid ex giocatore professionista nella NFL e poi passato nel ‘74 a una carriera di songwriter, che Willie dedica ad Annie, moglie amante infermiera e bodyguard come la definisce con le note acustiche della sua trigger. Così come al suo ultimo amore è dedicata I Wrote This Song For You e Kiss Me When You Are Through, consapevole che non è facile stare accanto a un uomo come lui… Uno che come racconta in Hank’s Guitar… sogna di essere la chitarra di Hank (Williams naturalmente) per esser protagonista di tante ballate insieme tristi e tanto solitarie da urlarne.
Scrivere canzoni come destino
I pezzi nuovi sono insieme un guardare indietro ma andando avanti. Un raccontare chi si è stati e chi si è ancora è quanto costa esser liberi (How Much Does It Cost), liberi da quel malessere che si cerca di tener lontani scrivendo. “Sono un songwriter e lo sarò sempre” ci dice Willie Nelson alla fine di The Border. E questa semplice constatazione è la risposta al perché si continua a scrivere e a cantare e a suonare a 91 anni. I’m a songwriter and always will be.
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