Un concept per Yorkston Thorne Khan – Navarasa: Nine Emotions.
La collaborazione fra il songwriter scozzese James Yorkston, il bassista inglese di estrazione jazz Jan Thorne e il virtuoso indiano del sarangi, strumento ad arco tradizionale, Suhail Yusuf Khan giunge ora al terzo capitolo. Tanto che ormai siamo in presenza di un supergruppo stabile, e non più di un esperimento estemporaneo. D’altro canto la qualità della proposta del trio non accenna per fortuna a declinare, anzi si ha l’impressione, ascoltando questo ultimo Novarasa, di trovarsi dinanzi a un disco dove l’improvvisazione assume un ruolo meno importante rispetto a canzoni invece sempre più ben strutturate e in cui l’interazione e l’affiatamento tra i musicisti rasenta la perfezione.

Non a caso l’album in questione è un concept. Infatti le nove emozioni evocate dal titolo sono quelle suscitate dalle arti secondo la teoria vedica dei rasa. Nove stati d’animo dalla gioia alla tristezza fino alla pace che stanno alla base di qualunque espressione artistica con l’obiettivo «di trasportare l’individuo in un’altra realtà parallela, piena di meraviglia e beatitudine, dove sperimenta l’essenza della sua stessa coscienza e riflette su questioni spirituali e morali».
La spiritualità delle nove emozioni
Il disco è un percorso fortemente intriso di spiritualità che inizia con Sukhe Phool, il dolore, sottolineato dallo struggente suono del sarangi e dal suono minimale e oscuro del contrabbasso sul quale prima la voce di Khan e poi quella di Yorkston intonano una melodia dolente, sottolineata dalle fragili note del piano. La successiva canzone, dedicata all’emozione del disgusto, è un tradizionale scozzese The Shearing’s Not For You sul quale si inserisce perfettamente l’evocativo suono del sarangi in dialogo con la chitarra.
Il risultato è molto suggestivo e quello che si perde dal punto di vista ritmico lo si guadagna da quello emotivo. Anche Two Brothers è un altro tradizionale dove il canto ritmico di Khan dialoga, in un’atmosfera resa cupa dal gracchiare dei corvi, con quella di Yorkston. Ennesima dimostrazione di perfetto incontro fra tradizioni musicali diverse. In Thurmi Bhairavi la meditazione sulla rabbia trova nel suono lento e avvolgente del contrabbasso e nel canto meditativo di Khan la sua espressione.
I momenti più alti di Yorkston Thorne Khan – Navarasa
Un altro momento alto di spiritualità ed emozione è rappresentato da Westlin Wind, meditazione sulla sorpresa e la meraviglia, la stessa che coglie noi quando il canto di Khan, affine al qawwali pakistano, si libra in cielo mentre la chitarra intreccia raga, davvero brano mirabile. Prima di giungere alla conclusiva Darbari c’è spazio per la fragile Song For Oddur, scritta e cantata da Thorne. Per The North Carr, strumentale sul tema della risata costruito su un lento crescendo liberatorio. E per l’ebbrezza mistica di Waliyan Da Raj. Il finale spetta alla citata Darbari, dodici minuti di estasi pacifica e rilassata, il sarangi la nickelarpa e il basso si integrano perfettamente così come le varie influenze musicali e culturali in un incontro fra Oriente e Occidente di grande intensità che pone l’accento sul carattere spirituale e non logico dell’esperienza musicale, in grado di toccare quelle corde dell’animo umano che il discorso non è in grado di esprimere.
Be the first to leave a review.