di Raimondo Bignardi
Si presenta come l’ennesimo disco dell’ennesima giovane cantautriceche si ispira a PJ Harvey o a Cat Power. E’ al secondo album Torres, nome d’arte della newyorkese Mackenzie Scott e, comparate le foto delle due copertine, direi che oltre alla sua musica abbia migliorato parecchio anche il suo aspetto e il suo look.
Prodotto da Rob Ellis (PJH, tant’è…) e registrato nel Dorset, il disco inizia con brani più rock, belli ma non così originali da farti ricredere dalle sensazioni iniziali, sulla lunghezza d’onda di Nadine Shah o Courtney Barnett. Dal quarto brano in poi la musica cambia, diventa più lenta e introspettiva, forse di meno facile ascolto, ma sicuramente più emozionata ed emozionante, complice forse la presenza del chitarrista dei Portishead, Adrian Utley.
Una più bella dell’altra si succedono Sprinter, Cowboy Guilt, The Harshest Light, ma soprattutto le due lunghe Ferris Wheel e The Exchange, quest’ultima voce e chitarra sussurrate, un capolavoro!
E’ proprio la voce di Torres che in questi brani fa la differenza e li rende unici: in un mood quasi narcolettico la ragazza non ha rivali quanto ad espressività.
Aspettiamo già il terzo album, magari diventa ancora più bella…
8/10
httpv://www.youtube.com/watch?v=H6SIw30IOt8
Sprinter
httpv://www.youtube.com/watch?v=-nIIJsIuQd8
The Exchange
httpv://www.youtube.com/watch?v=tj2UHftKTWo
Ferris Wheel